Vuoi sapere se ami davvero Dio ? – Don Francesco Cristofaro (Sul Vangelo della XV Domenica per Anum)

L’Apostolo Giovanni nella sua prima lettera cosi scrive ed esorta i credenti: Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.  E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello. (1 Gv 4,20-21).

Già questo versetto ci spiazza e ci mette dinanzi alla realtà:  il mio amore per il Signore è reale se è reale e concreto il mio amore per i fratelli. È facile amare un Dio invisibile, un crocifisso che non parla e magari credo di rendere felice per il lumino che accendo con la monete che lascio cadere nel candeliere. Il fratello che mi sta dinanzi ha voce, carne, ossa e anche lingua. Il fratello chiede, esige, ti giudica. Il fratello sa essere cattivo.

Ma come deve essere questo amore per il Signore? Ci viene in aiuto ancora la Parola di Dio. Il primo comandamento così dice: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.  Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. (Mt 22,37-38). Purtroppo questo comandamento dice a noi credenti una triste verità: siamo bugiardi. Siamo fortemente bugiardi. Se amassimo veramente Dio, se osservassimo veramente questo comandamenti, il mondo sarebbe un giardino di colori e di fiori, di amore e fratellanza. Come è possibile che i fratelli si uccidano tra di loro? Come è possibile la follia della guerra e tanti uomini di Stato niente riescono a fare per fermarla. Quando si ama non si distrugge ma si protegge, si cura. Dio ci chiede di essere amato e noi lo rinneghiamo. Quando una persona ama Dio glielo si legge negli occhi, nell’espressione, nei gesti e nella stessa vita.

Quando posso dire di amare veramente Dio? Quando riesco ad amare il prossimo.

Ma chi è il nostro prossimo? Noi sappiamo chi è nostro padre, nostra madre, i nostri fratelli o amici ma non sappiamo riconoscere il prossimo. Ecco che Gesù racconta la Parabola del Buon Samaritano. Ne vale la pena leggerla insieme.

Vangelo della Domenica

Lc 10, 25-37
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”.
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.

 

Ci sembra strano come la parabola faccia riferimento al negativo di due categorie religiose che in realtà dovrebbero dare l’esempio in quanto ad amore e a servizio. Eppure, ci dice il racconto che lasciano l’uomo mezzo morto a terra e tirano dritto. Cosa ci insegna questo? Non è tutto automatico. Mi spiego meglio. Non perché io sia un prete vuol dire che sono un bravo prete. Non perché tu sia cristiano e ti professi credente, vuol dire che ti ritieni buon cristiano e bravo credente. Non sono le norme imparate a memoria o gli inchini fatti che ti rendono spiritualmente bravo ma le opere concrete. Se dici di amare con la bocca e poi odi con il cuore hai fallito. Se sull’altare ricevi il Corpo di Cristo e poi lo calpesti perché sei cattivo, disonesto hai fallito.

Il samaritano è considerato un nemico della religione. Eppure il suo cuore è più grande di molti religiosi. Non predica amore ma ama. Non ostenta preghiere ma si inginocchia sul fratello sofferente e prega su di lui servendolo e salvandolo.

Oggi mi chiedo allora: quanto amo davvero Dio?

Don Francesco Cristofaro

 

 

Preghiera:

Signore mi chiedo spesso se ti amo e come ti amo.

Oggi ho incontrato tante persone.

Non sono riuscito a fare tante cose per loro.

Alcune le ho ascoltate, ad altre ho dato un sorriso.

A qualcuno ho chiesto “come stai?”.

Per tutti ho desiderato la pace, il bene, l’amore.

Di tutti loro ti parlo e ti chiedo preghiera di ascolto.

Tu oggi mi hai visitato in loro.

Ti ho amato? Non lo so.

 

(di Don Francesco Cristofaro)

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