Quinta Domenica di Quaresima – Un cuore misericordioso

Quinta Domenica di Quaresima – Verso la meta.

 

“corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,8-14).

San Paolo ci dice e ci ricorda l’importanza di correre verso la meta, verso Gesù.

Quante volte noi corriamo incontro ad alcune cose che desideriamo con forza? Ci mettiamo impegno, amore, energia fino a riuscire ad ottenere la meta desiderata.

Quanto, invece, realmente corriamo verso il Signore?

Come si corre verso il Paradiso?

In due frasi di San Paolo c’è il segreto.

La prima: “Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla”. Si “corre” con questa consapevolezza: non siamo perfetti. Non siamo senza peccati. In quel “mi sforzo” c’è tutto un programma.

E’ un cammino che non si può fare da soli. Noi mettiamo i piedi ma il Signore ci deve dare le scarpe. Noi ci mettiamo le gambe ma il Signore ci deve dare il suo bastone. Noi ci mettiamo il cuore ma il Signore ci deve benedire, sostenere, aiutare.

La seconda frase di San Paolo: “anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù”.

Da chi siamo stati conquistati? Chi ha conquistato il nostro cuore?

Da quante cose esso è occupato?

Nel Vangelo di Oggi presentano una donna peccatrice. In questi versetti ci sono tre cuori diversi.

Ecco il brano di questa Quinta domenica.

 

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8,1-11).

 

C’è il cuore degli scribi e dei farisei, un cuore cattivo. Non conosce il sentimento della misericordia. Il peccatore deve morire:

non ricordano il Salmo: “non sarà condannato chi in Lui si rifugia” (Sal 33).

La donna ha peccato. Per loro deve morire.

C’è poi il cuore di questa donna. E’ un cuore pieno di peccati, talmente pesante che a stento riesce a portarlo nel suo corpo che non conserva più la purezza. Lei sa di essere in torto e di aver peccato. È’ un cuore che piange, che sangue. E’ un cuore che grida pietà:

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato (Sal 50).

Poi c’è il cuore di Gesù, ricco di Misericordia. L’unico che può condannare sceglie la via del perdono. Lui non sceglie la strada della morte, ma della vita. Visita il cuore è lo cura, lo salva, lo lava.

Scegliamo di seguire la via di Gesù. Scegliamo la misericordia. Non puntiamo il dito ma apriamo le braccia. Il nostro amore curi le ferite dei fratelli che sono caduti. Non come coloro che non cadono mai ma come coloro che sono stati rialzati dalla misericordia del Signore.

Gesù confido in Te

Don Francesco Cristofaro