Vangelo del giorno e commento – 27 Dicembre

Liturgia della Parola – 27 Dicembre 2020

 

Per il Vangelo trovi anche il video con il commento

 

Prima lettura
Gen 15,1-6; 21,1-3
Uno nato da te sarà tuo erede.
 

Dal libro della Gènesi

In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.

Parola di Dio

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Salmo responsoriale
Sal 104
Il Signore è fedele al suo patto.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.

Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.

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Seconda lettura
Eb 11,8.11-12.17-19
La fede di Abramo, di Sara e di Isacco.
 

Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.

Parola di Dio

 

Canto al Vangelo (Eb 1,1.2)
Alleluia, alleluia.
Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia.
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Vangelo
Lc 2,22-40
Il bambino cresceva, pieno di sapienza.
Dal Vangelo secondo Luca

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

Vangelo del giorno – 26 Dicembre 2020

Liturgia della Parola – 26 Dicembre 2020 (Santo Stefano Martire)

Per il Vangelo si può consultare oltre al testo anche il video con il commento)

Prima Lettura

At 6,8-12;7,54-60Dagli Atti degli apostoli.
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al Sinedrio.
Tutti quelli che sedevano nel Sinedrio, [udendo le sue parole,] erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti contro Stefano. Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: «Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio».
Allora, gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui, lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo. E i testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidavano Stefano, che pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». Poi piegò le ginocchia e gridò a gran voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». Detto questo, morì.

C: Parola di Dio.
A: Rendiamo grazie a Dio.

Salmo Responsoriale

Sal 30

RIT: Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito.

Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi.

Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.
Esulterò e gioirò per la tua grazia,
perché hai guardato alla mia miseria.

Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori:
sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.

Canto al Vangelo

Alleluia, Alleluia.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore;
il Signore è Dio, egli ci illumina.

Alleluia.

Vangelo

Mt 10, 17-22
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli:
«Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Preghiera dei Fedeli

Fratelli, preghiamo e ringraziamo il Signore per la testimonianza di santo Stefano primo martire, che come Cristo morì perdonando i suoi uccisori. Diciamo insieme:

Rendici testimoni della tua Parola, o Signore.

Perché la Chiesa testimoni la sua fedeltà a Cristo, anche tra le persecuzioni, le lotte e le sfide cui oggi è sottoposta. Preghiamo:

Perché i diaconi, sull’esempio di Stefano, annuncino al mondo che in mezzo alla morte persiste la vita, in mezzo alla menzogna la verità, in mezzo alle tenebre la luce. Preghiamo:

Perché ogni uomo che cerca e soffre per la verità, possa, come Stefano, sentire la presenza e la vicinanza di Dio e del suo Spirito. Preghiamo:

Perché la speranza della risurrezione rafforzi i fratelli provati dal dolore e dalla malattia. Preghiamo:

Per noi qui riuniti, perché prendiamo coscienza di essere membra vive del Corpo di Cristo che è la Chiesa. Preghiamo:

Perché nella nostra comunità si superino divisioni e discordie.
Per coloro che si preparano a ricevere il sacramento della cresima.

O Dio, che in santo Stefano ci hai dato un segno della tua misericordia, trasforma la nostra vita, perché possiamo essere nel mondo costruttori di fraternità e di pace. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. Amen.

Vangelo del giorno – Natale del Signore – 25 Dicembre

Liturgia della Parola – 25 Dicembre -Messa del giorno

(Per il Vangelo puoi consultare anche il commento qui sotto)

Prima lettura
  Is 52,7-10
Tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio.
   

Dal libro del profeta Isaìa

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».
Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.
Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.
Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

Parola di Dio

 
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Salmo responsoriale
  Sal 97
 
Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.

 
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Seconda lettura
  Eb 1,1-6
Dio ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
   

Dalla lettera agli Ebrei

Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo.
Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell’alto dei cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo adorino tutti gli angeli di Dio».

Parola di Dio

 

 
Canto al Vangelo ()
Alleluia, alleluia.
Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra.
Alleluia.
 
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Vangelo
  Gv 1,1-18
Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
 
 
Dal Vangelo secondo Giovanni

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

Parola del Signore.

Novena di Natale – nono giorno – 24 Dicembre

CAMMINAVAMO NELLE TENEBRE

(Vigilia della natività del Signore Gesù Cristo)

Segno di Croce: Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Vieni Signore, non tardare

1. Vieni a portare gioia dove regna il dolore,
vieni a consolare i cuori di chi piange nella prova.

Ogni povero ti attende, apre a te le sue mani,
tu ricolmale di grazia e risana i loro cuori.

Vieni, Signore, vieni tra noi!
Vieni, non tardare, salva il mondo.

2. Vieni, Principe di pace, porta il Regno dell’amore,
spezza il giogo degli oppressi, porta la tua libertà.

Vieni, dono di speranza, e spalanca il nostro cielo.
Inondati dalla luce, noi verremo fino a te.

Vieni, Signore, vieni tra noi!
Vieni, non tardare, salva il mondo.

3. Vieni, Sposo della Chiesa. Vieni, Agnello vittorioso,
con lo Spirito la Sposa grida a te: Maranathà!

Vieni, Signore, vieni tra noi!
Vieni, non tardare, salva il mondo.

Pensiero

Il Profeta Isaia prospetta il tempo della salvezza messianica come il tempo della luce, della gioia e della liberazione. Nel Bambino che ci sarà donato sono raccolte tutte le virtù dei Santi d’Israele: Egli sa la grandezza degli eroi la potenza, saggio, pacifico; sarà il vero “Ernmanuele” cioè Dio in mezzo a noi.

Videro una grande luce

«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a Te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue spalle, il bastone del suo aguzzino tu hai spezzato come al tempo di Madìan. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato. Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre» (Is 9,1-6).

Entra nel tempo e nello spazio

O fusione inaudita, o compenetrazione paradossale! Colui che è, viene nel tempo; l’increato si fa oggetto di creazione. Colui che non ha dimensioni, entra nel tempo e nello spazio, e un’anima spirituale si fa mediatrice tra la divinità e la pesantezza della carne. Colui che arricchisce, si fa povero e mendica la mia carne, perché io venga arricchito della sua divinità. Lui, che è la pienezza si svuota, si spoglia per un poco della sua gloria, perché io possa partecipare della sua pienezza. Quale ricchezza di bontà! Quale immenso mistero mi avvolge! Sono stato fatto partecipe dell’immagine di Dio e non ho saputo custodirla: ora Dio si rende partecipe della mia carne, sia per salvare l’immagine che mi aveva data, sia per rendere immortale la mia carne. Entra in comunione con noi, in un modo nuovo ancora più profondo del primo: con chi un tempo condivise il bene, ora condivide il male; quest’ultima comunione è ancora più degna di Dio e, per chi ha intelligenza, ancora più sublime. (S. Gregorio Nazianzeno)

Ascoltaci, o Gesù

Perché accogliamo con cuore semplice e puro il tuo mistero di salvezza
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù.

Perché i piccoli e i poveri di questo mondo riconoscano la loro dignità di figli di Dio e gioiscano di essere l’oggetto della preferenza divina
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù.

Perché tutti gli uomini Ti accolgano e credano in Te
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Gesù

O Dio, che ci hai radunato a celebrare in devota letizia la nascita del tuo Figlio, concedi a noi e a tutta la tua Chiesa di conoscere con la fede la profondità del tuo mistero, e di viverlo con amore intenso e generoso, per Cristo nostro Signore. Amen

Santa Messa notte di Natale – Vangelo e commento

Santa Messa della Notte di Natale – Santa Messa e commento

In fondo troverai anche il video con il commento

Vangelo

Lc 2, 1-14
Dal Vangelo secondo Luca


In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.

Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.

Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

Pensiero

C’è una parola che ritorna più volte nelle letture della Santa Messa nella Notte del Santo Natale del Signore. Questa parola è luce. Molti anni più tardi Gesù dirà di se stesso: «Io sono la luce del mondochi segue menon camminerà nelle tenebrema avrà la luce della vita». Questo invito è valido oggi più che mai. Abbiamo bisogno di luce. Abbiamo bisogno però non di una luce ingannevole, effimera, che svanisce. Abbiamo bisogno di una luce vera, che rischiara le tenebre. Questa luce ha un nome: Gesù.

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse (Is 9)

In questa notte Santa di Natale, il popolo in cammino, un popolo stanco, affranto, provato, oppresso, ha visto la luce e dinanzi a questa vista i suoi occhi si sono riempiti di lacrime e il suo cuore ha ripreso a sperare perché la luce di quel Santo Bambino

Ha moltiplicato la gioia,
ha aumentato la letizia.

E così:
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino (Is 9).

Il popolo giunge dopo tanti giorni di cammino ad una grotta e trova un Bambino adagiato in una mangiatoia; la Mamma lo guarda e il papà lo protegge con amore. È il momento della contemplazione, dell’adorazione. È l’ora del silenzio, della preghiera da cuore a cuore.  Dio è sceso sulla terra e si è nascosto in un Bambino. Ed ecco che per tutti: è apparsa la grazia di Dio, –  Come ci ha ricordato San Paolo –  ­che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone (Tt 2,1-14).

Ognuno da quella grotta ritornerà nelle proprie case, alla propria vita ma non può più tornare allo stesso modo. Cosi come al termine di questa Santa Messa ognuno ritornerà alle proprie occupazioni. Dinanzi a quella mangiatoia, ai piedi dell’altare  deve abbandonare il suo cuore.

Tu lasci il tuo cuore, Gesù Bambino ti dona il suo. A guadagnarci sei proprio tu. Ma anche Lui è felice perché sa di poter contare su di te. Sa che nel tuo cuore troverà posto e non sarà ancora come nel giorno in cui Lui è nato in cui tutti lo rifiutavano: Lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Lc 2)

Oggi ti consegno quella Luce Santa. Ogni ti consegno Gesù Bambino e ti chiedo: “Lo vuoi?”, “c’è posto per Lui nel tuo cuore, nella tua vita?”.

Dagli posto. Invocalo al mattino, cammina con Lui durante il giorno. Riposa con Lui alla sera. Lascia che sia Gesù a dirigere la tua vita. I pastori tornano da quell’incontro con un cuore nuovo, e tu?

Se abbandoni Dio sarai senza la pace. Affronterai mille battaglie e ne perderai mille e una. Non sbagliare scelta. Sarai impopolare, fuori moda, di altri tempi per tanti ma scegli sempre il Signore.

Buon Natale a te. Buona ri-nascita in Cristo.

Don Francesco Cristofaro

Buon Natale a tutti

Tra pochi giorni è Natale. Molti dicono che non sarà il solito Natale o come tutti gli altri. Forse siamo abituati a celebrare un Natale non vero o forse solo una parte della festa, quella delle luci, dei pranzi, dei regali. Natale è nascita di Cristo. Natale è dono del Figlio di Dio all’umanità. Questo dono si rinnova.

Desidero con tutto il cuore far giungere a tutti voi un augurio speciale, colmo di bene e di grande affetto. La Famiglia di Nazaret oggi si ripropone a noi come modello da seguire, imitare. Giuseppe è uomo giusto e buono. E’ custode. Pensa prima di agire. Maria è la donna dell’accoglienza della volontà di Dio. Gesù cresce in età, sapienza e grazia. La famiglia di Nazaret è armoniosa perchè pone al centro la volontà di Dio.

Ti invito a visionare il video per ascoltare il ricco messaggio. 

Novena di Natale – Quarto Giorno – 19 Dicembre 2020

RENDERE TESTIMONIANZA

 

Segno di Croce: Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Vieni Signore, non tardare

(Se clicchi sull’immagine trovi il materiale degli esercizi spirituali dell’Avvento 2020)

1. Vieni a portare gioia dove regna il dolore,
vieni a consolare i cuori di chi piange nella prova.

Ogni povero ti attende, apre a te le sue mani,
tu ricolmale di grazia e risana i loro cuori.

Vieni, Signore, vieni tra noi!
Vieni, non tardare, salva il mondo.

2. Vieni, Principe di pace, porta il Regno dell’amore,
spezza il giogo degli oppressi, porta la tua libertà.

Vieni, dono di speranza, e spalanca il nostro cielo.
Inondati dalla luce, noi verremo fino a te.

Vieni, Signore, vieni tra noi!
Vieni, non tardare, salva il mondo.

3. Vieni, Sposo della Chiesa. Vieni, Agnello vittorioso,
con lo Spirito la Sposa grida a te: Maranathà!

Vieni, Signore, vieni tra noi!
Vieni, non tardare, salva il mondo.

Pensiero

La missione propria di Giovanni Battista è quella di “rendere testimonianza” a Cristo. Egli compie questa missione nella verità e nell’umiltà (“non sono io il Cristo… non sono degno…”), esortando tutti alla conversione e additando Gesù come Salvatore e “Agnello di Dio”.

Il Figlio di Dio.

“Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce ” (Gv 1,6-8). «Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”» (Gv 1,29-34).

Una missione speciale

Ogni creatura è fatta per rendere testimonianza a Dio, perché ogni creatura è un segno della sua bontà. La grandiosità della creazione testimonia a modo suo la forza e l’onnipotenza divina, e la sua bellezza testimonia la sapienza divina. Alcuni uomini però ricevono da Dio una missione speciale: rendono testimonianza a Dio non solo dal punto di vista naturale, per il fatto che esistono, ma ancor più in modo spirituale, per le loro buone opere. Giovanni è uno di questi testimoni; è venuto per diffondere i doni di Dio e proclamare le sue lodi. La missione di Giovanni e il suo ruolo di testimone sono di una grandezza incomparabile, perché nessuno può rendere testimonianza di una realtà se non nella misura in cui ne è partecipe. Gesù diceva: «Noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto» (Gv 3,1 1). Rendere testimonianza alla verità divina suppone una conoscenza di questa verità. Per questo anche Cristo ha avuto questo ruolo di testimone. “Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità” (Gv 1 8,37). (S.Tommaso d’Aquino)

Ascoltaci, o Signore

Perché comprendiamo con quale amore Dio ci ha amati e ci ha resi suoi figli
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché la pigrizia e la viltà non ci impediscano di professare apertamente la nostra fede in Cristo e nel Vangelo
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché i predicatori e i catechisti, come Giovanni Battista, mostrino con efficacia agli uomini Cristo Salvatore
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

Perché tutti gli uomini del nostro tempo riconoscano che non è possibile costruire un mondo buono e giusto senza fondarlo su Cristo, uomo perfetto e Figlio di Dio
– Noi Ti preghiamo, ascoltaci, o Signore.

O Cristo Signore, Tu sei l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo: aiutaci a riconoscere i nostri limiti e la nostra miseria, perché solo così possiamo ottenere la salvezza. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Novena di Natale – secondo giorno – 17 Dicembre

GIOISCE IL NOSTRO CUORE

Per mezzo del Profeta, Dio annuncia al suo Popolo la futura salvezza. Questo annuncio è fonte di grande gioia: infatti, per i meriti del Salvatore, sarà ristabilita la riconciliazione e la comunione perfetta con Dio.

Non temere

«Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d’Israele è il Signore in mezzo a Te, tu non vedrai più la sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: “Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a Te è un Salvatore potente.

Esulterà di gioia per te. Ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa”» (Sol 3,14-18).

Desiderato dalle genti

«Mi consumo nell’attesa della tua salvezza» (Sai 119,81), si consuma nel desiderio e nell’attesa della salvezza donataci da Dio. Buono è questo “consumarsi”: infatti rivela il desiderio del bene, certo non ancora raggiunto, ma tanto desiderato. Dall’origine del genere umano fino alla fine dei secoli chi pronuncia queste parole se non la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa che desidera Cristo? Testimone ne è il Santo vegliardo Simeone che, ricevendo il Cristo Bambino tra le braccia, disse: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza» (Lc 2,29-30).

Come il desiderio di questo vegliardo, tale si deve credere sia stato quello di tutti i Santi delle epoche precedenti. Anche il Signore stesso dice ai discepoli: « Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono» (Mt 13,17) perché si riconosca anche la voce di tutto l’antico Israele nelle parole: “L’anima mia si strugge per la tua salvezza”. Dunque mai nel passato si spense questo desiderio dei Santi, né al presente si placa nel corpo di Cristo, che è la Chiesa, fino alla consumazione dei secoli, fin quando verrà “il Desiderato di tutte le nazioni”. (S. Agostino)

Cristo Gesù, ascoltaci

Perché comprendiamo con tutti i Santi il mistero del Regno al quale siamo chiamati
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.

Perché possiamo comprendere che in Te formiamo il popolo grande e ricco di ogni benedizione promessa al nostro padre Abramo
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.

Affinché tutte le famiglie della terra siano benedette in Te
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.

Perché tutti i popoli vengano dall’Oriente e dall’Occidente e siedano a mensa nel Regno dei Cieli
– Noi Ti preghiamo, Cristo Gesù ascoltaci.

Il tuo aiuto, Signore, ci renda perseveranti nel bene in attesa del Cristo, tuo Figlio; quando Egli verrà e busserà alla porta ci trovi vigilanti nella preghiera ed esultanti nella lode. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

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Esercizi Spirituali di Avvento – Seconda Meditazione – 16 Dicembre

Esercizi spirituali di Avvento: “Con occhi e cuore nuovo

(se Clicchi sulla parola PRIMA MEDITAZIONE, potrai consultare la meditazione del primo giorno in caso l’avessi persa. Inoltre sul canale YouTube Don Francesco Cristofaro puoi trovare i momenti di preghiera e seguire le dirette)

15 – 16 Dicembre 2020

16 DICEMBRE (Ore 16:30) SECONDA MEDITAZIONE

Segno di croce

Padre Nostro, Ave Maria, Gloria al Padre

Nella notte, o Dio, noi veglieremo con le lampade, vestiti a festa: presto arriverai e sarà giorno.

Rallegratevi in attesa del Signore: improvvisa giungerà la sua voce. Quando Lui verrà sarete pronti e vi chiamerà amici per sempre. Raccogliete per il giorno della vita, dove tutto sarà giovane in eterno. Quando Lui verrà sarete pronti e vi chiamerà amici per sempre.

Inno

Discendi o Re del cielo, Signore non tardare più, sei tu la nostra vita, Signore vieni tra noi!

Cantiamo a te, Marànatha! La nostra angoscia svanirà e gioia piena ci donerai!

Rinnova i nostri cuori di quell’amore che ci plasmò e guida i passi incerti.

Signore vieni tra noi! Cantiamo a te, Marànatha!

Tu, Gloria eterna e Maestà, hai preso un corpo simile a noi! Rinnova la tua Chiesa perché risplenda questa umiltà, e venga a noi il tuo regno.

Signore vieni tra noi!

Orazione

Preghiamo. O Dio, che vedi i segreti dei cuori e conosci i nostri pensieri, infondi in noi lo Spirito Santo perché, purificati nell’intimo, possiamo amarti con tutta l’anima e celebrare degnamente la tua lode. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Salmo 130.

Dal profondo a te grido, o Signore;

Signore, ascolta la mia voce.

Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica.

Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere?

Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore.

Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola.

L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora.

Più che le sentinelle l’aurora,  Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.

Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

VANGELO Lettura del Vangelo secondo Luca (2,22-35)

Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». Parola del Signore.

MEDITAZIONE

«Ora lascia che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola. Poiché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli; luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele». Questa preghiera del profeta comincia con la parola ora: «ora, adesso, in questo momento». Ciò che ora viviamo diventa per noi il punto di partenza di ogni nostra preghiera, di ogni riflessione, di ogni eventuale impegno che desideriamo prendere per noi, per la nostra vita, per il nostro cammino.

Ricordo brevemente le domande posto ieri e sulle quali vi ho invitato a riflettere:

  1. Posso dire di avere cuore nuovo?
  2. Posso dire di avere occhi nuovi?
  3. Posso dire di fidarmi completamente del Signore?

Allora completiamo le nostre domande aggiungendo la parola di oggi: ora.

Allora le domande diventano qualcosa da cui non possiamo più scappare. Oggi in questo inizio di Novena al Santo Natale:

  1. Ora, Posso dire di avere cuore nuovo?
  2. Ora, Posso dire di avere occhi nuovi?
  3. Ora, Posso dire di fidarmi completamente del Signore?

Ma scendo ancora più nel concreto:

La parola ora con cui inizia l’inno di Simeone esprime nella Bibbia il momento che si vive come momento nel quale Dio si manifesta. Ora, adesso, Dio si vuole manifestare nella nostra vita, malgrado tutto, proprio attraverso le oscurità che solcano la nostra esperienza. E nell’ora in cui Dio si manifesta avviene la novità per noi. Cosi ebbe a dire Gesù a Zaccheo: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa” (Lc 19,1-10). La salvezza non è una cosa, è una persona. Tradotto, possiamo dire: “Oggi, Io, la tua salvezza sono entrato nella tua vita, non per lasciarla così come la trovo ma per trasformarla se tu lo vuoi”.

Allora quelle tre domande che sono il filo rosso del nostro ritiro possono diventare cosi:

  1. Ora, in questo momento presente, vuoi che Gesù entri nella tua vita per darti un cuore nuovo?
  2. Ora, in questo momento presente, vuoi che Gesù entri nella tua vita per darti occhi nuovi?
  3. Ora, in questo momento presente vuoi fidarti completamente del Signore?

Simeone parte da un’esperienza del presente, da ciò che vive ora. Un incontro che gli stravolge la vita. Un vecchio e un bimbo, un vecchio che abbraccia un bambino.  Lui ha sperato, ha creduto: ora la sua speranza è qui, piccola come un bambino, ma piena di vitalità e di avvenire. Il vecchio Simeone che abbraccia un bambino è una cosa grande, è una cosa importante perché rappresenta ciascuno di noi di fronte alla novità di Dio. La novità di Dio si presenta come un bambino e noi, con tutte le nostre abitudini, paure, timori, invidie, preoccupazioni, siamo di fronte a questo bambino, alla novità di Dio. Lo abbracceremo, lo accoglieremo, gli faremo spazio? Questa novità entrerà davvero nella nostra vita o cercheremo di mettere insieme vecchio e nuovo cercando di lasciarci disturbare il meno possibile dalla presenza della novità di Dio?

Ritorniamo ora un attimo al Salmo 130 recitato all’inizio del nostro incontro:

Dal profondo a te grido, o Signore;  

Signore, ascolta la mia voce.

Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola.

 

Anche in noi è questa speranza? La speranza di Simeone è anche la nostra?

Ed ecco che in questo incontro, noi tutti siamo i vecchi visitati da nuovo, visitati da Dio, da un Bambino. E in questa visita, tutta la gioia, la vita, la grazia, la potenza di un Bambino ci invade e ci fa nuovi, ci concede occhi e cuore nuovo.

È un primo momento di preghiera: «Signore, fa’ che ti accolga come il nuovo nella mia vita, che non abbia paura di te, che non ti misuri con i miei schemi, che non ti voglia incasellare nelle mie abitudini mentali; che mi lasci trasformare dalla novità della tua presenza. Fa’ o Signore che, come Simeone, io ti accolga nella tua novità, in ogni cosa che, intorno a me, è vera, nuova e buona.

Possiamo a partire da queste parole poter dire con le parole del Beato Charles de Foucauld:

Padre mio, io mi abbandono a te, fa’ di me ciò che ti piace. Qualunque cosa tu faccia di me Ti ringrazio. Sono pronto a tutto, accetto tutto. La tua volontà si compia in me, in tutte le tue creature. Non desidero altro, mio Dio. Affido l’anima mia alle tue mani Te la dono mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo, ed è un bisogno del mio amore di donarmi, di pormi nelle tue mani senza riserve con infinita fiducia perché Tu sei mio Padre. Amen (Charles de Foucauld)

Fratellini e sorelline, non preoccupatevi. Siamo tutti un po’ vecchi.

Abbiamo tutti bisogno di essere incontrati da Gesù.

Questo è il mio augurio: Possiate diventare belli, raggianti della Sua stessa luce.

Voi valete, voi siete le piccole perle di Dio.

Non sporcatevi. E se lo avete fatto, lasciatevi lavare dalla Sua Misericordia e riprendete a splendere.

 

Don Francesco Cristofaro.

Lettera a Gesù Bambino

Caro Gesù Bambino,

sono io che ti scrivo. Mi conosci. Sono il tuo sacerdote.

Oggi ha inizio la novena del Santo Natale.

Volevo chiederti perdono e te lo chiedo con tutto il cuore se non sono ancora come Tu mi vuoi, se rallento la grazia, se ancora inciampo e cado.

Non so fare promesse perchè non sono padrone di un solo secondo della mia vita.

Posso solo dirti che in questo momento il mio desiderio di amarti è grande.

Cammino verso di Te piccolo Gesù.

Scusa mio Bambino se esco dalla strada che mi porta verso di te.

Oggi busso al Tuo cuore come un mendicante.

Vengo alla grotta per cercare la luce.

Scelgo cosa portarti in dono.

Scopro di non avere molto da darti,

Solo piccole cose piene di imperfezioni.

Vorrei volere in alto, in alto, lassù dove sei Tu.

Mi chiedi di restare quaggiù.

Mi chiedi di amarti, di servirti.

Vuoi tutta la mia vita.

Io sono qui Bambino mio Gesù.

Cammino con Te.

Proteggimi, difendimi, santificami, plasmami.

Ecco, sono arrivato alla grotta.

Ti attendo.

Lascio nella mangiatoia la mia preghiera e il mio cuore.

Lascio qui il mio si.

Caro Gesù Bambino, piccolo mio.

Guardo la tua Mamma e il tuo Papà.

Rimango in silenzio e ti attendo.

La Pace ha visitato il mio cuore. Amen.

 

Don Francesco Cristofaro