Carissimo San Giuseppe,

 

Ti scrivo queste poche righe per dirti che ti ammiro e ti voglio bene.

Ogni qualvolta entro in Chiesa e ti guardo con Gesù bambino in braccio provo commozione e tenerezza. Che bravo papà sei stato, il papà che tutti i figli dovrebbero avere: umile, buono, saggio, innamorato e timorato di Dio. Hai saputo mettere da parte la tua volontà e hai ascoltato quella del Signore.

Sono stato conquistato da sempre dalla tua semplicità, dal tuo silenzio, dal tuo amore, dalla tua fedeltà, dal tuo servizio, dal tuo sacrificio, dalla tua saggezza, dalla tua obbedienza sempre pronta, immediata.

Da qualche giorno è iniziato il cammino che ci porterà al Natale e Papa Francesco ci ha fatto dono di un anno a te dedicato.

Caro San Giuseppe, hai accettato il disegno di Dio e ti sei preso cura di un bambino non tuo.

Ti penso senza acqua. Senza pane. Con vestititi impolverati. Affaticato. Accaldato. Sudato. Stanco. Ti penso però con una grande certezza del cuore: facevi tutto questo per amore di Maria e di Gesù. L’amore era la forza della tua vita.

Ti penso nei lunghi anni trascorsi a Nazaret nel tuo umile lavoro di carpentiere. Tu lavoravi e Dio ti nutriva con la sua infinita provvidenza, lasciandoti nella povertà, nell’urgenza quotidiana di procurare un pezzo di pane a Gesù e a Maria.

Questa tua vita mi incanta. Quanto diversa dalla nostra. Siamo pieni di noi stessi. Non sappiamo più apprezzare nulla. Pretendiamo, ci affatichiamo, lottiamo per avere e, a volte, facciamo anche valere la forza, la violenza. Tu non sei mai stato violento con Maria. L’hai amata e anche quando volevi mandarla via perché non capivi ciò che era successo, cercavi di farlo in segreto perché non venisse umiliata. Oggi molte donne sono ancora proprietà di maschi che sanno usare solo violenza verbale, psicologia o fisica. Oh se ti imitassero questi uomini caro San Giuseppe! Conoscevi la legge e la Parola di Dio e la insegnavi. Oh se i padri diventassero maestri e testimoni della Parola divina. Eri un lavoratore giusto ed onesto e guadagnavi santamente il pane quotidiano. Oh se i papà e ogni uomo su questa terra facesse il proprio dovere per il bene degli altri senza frodare, imbrogliare, rubare.

Una cosa ora ti chiedo: Dal cielo aiutaci. Aiutaci a ritrovare la tua semplicità, la tua povertà, la tua speranza, il tuo amore. Aiutaci a ritornare a Dio, perché è solo Dio il segreto della tua vita. Quel Dio che noi abbiamo abbandonato tu lo possedevi tutto intero nel tuo cuore. Tu curavi la sua vita. Lui curava la tua.

Ti affido San Giuseppe caro tutte le famiglie, soprattutto le famiglie in difficoltà. Fa che regni l’amore tra i coniugi e l’armonia tra genitori e figli. Incoraggia e sostieni tutti i papà che al mattino escono di casa per portare a casa un pezzo di pane. Sostieni i padri che vivono lontani da casa. Abbraccia in modo particolare quei papà che per tante situazioni sono costretti a vivere lontani dai figli o a dividerli con giorni e ore perché la legge ha stabilito questo. Pensa ai papà che sono in carcere e che passeranno queste feste lontano dai loro cari. Pensa a tutti i papà perché tutti i papà hanno bisogno di te.

In questo tempo di pandemia, aiutaci a riscoprire il valore dell’essenziale, delle piccole cose, della famiglia, della preghiera, della fede.

Ti voglio bene.

Salutami Maria e Gesù. Di’ loro che li amo.

Don Francesco Cristofaro

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