Fatti per il Cielo è un programma ideato e condotto da Don Francesco Cristofaro, in onda su Padre Pio Tv tutte le domeniche alle 8:40 e in replica il mercoledì alle 10;15 al termine dell’udienza papale e il venerdì alle 13:20.
In questa puntata, don Francesco ha avuto ospite, Claudio Capretti, autore del nuovo libro Anime libere (Intrecci edizioni).
Emma, Ruth e Fatima , si ritrovano a vivere sullo stesso pianerottolo di casa, e nonostante il disappunto dei loro mariti che vietano alle loro mogli di far entrare nelle loro case “queste persone” in quanto diverse, esse, seguendo il loro istinto, si incontrano per iniziare a “imbastire” una sincera amicizia. Partendo dal rispetto per se stesse e animate dal desiderio di essere amiche, iniziano a mettere in comune il loro dolore legato al dolore dei loro figli. Questo, è il loro punto di partenza, poiché sono consapevoli che non ci si può incamminare sul viale dell’amicizia se prima non conosci il dolore di chi ti cammina accanto. Loro stesse, nello scegliere di essere libere da ogni forma di pregiudizio, si accorgeranno che la diversità religiosa più che un ostacolo, diverrà una ricchezza che manifesteranno alla fine dinanzi alle loro comunità.
Famiglie protagoniste:
Emma e Giuseppe, cristiani e attivi in parrocchia che si trovano ad affrontare il dolore di Matilde, che di nascosto di loro ha abortito. A causa di questo evento, la famiglia si divide e ognuno di loro, vive nella solitudine il proprio dolore senza accorgersi che questo atteggiamento, amplifica la loro fragilità e il loro dolore. Nel narrare il loro impegno in parrocchia, ho evidenziato la delusione di questa famiglia quando si scontrano con l’autoreferenzialismo , il protagonismo e l’esibizionismo di realtà ecclesiali che dovrebbero essere a servizio della chiesa. Sono quelle classiche situazioni che purtroppo allontanano le persone dalla parrocchia. (cap 5)
Ruth e Jacob, ebrei osservanti, nonostante siano trascorsi diversi anni, non riescono ancora a superare il dolore a causa dell’abuso che il loro figlio, David, subì da bambino. Anche in questa famiglia, ognuno di loro, vive nella solitudine il loro dolore. (cap 4)
Fatima e Hibraim, musulmani osservanti, vivono con il dolore e il rimorso di avere un figlio che, in un attacco terroristico, uccide uccidendosi. Nel racconto, verrà fuori che le cose non stanno in questo modo, bensì che il loro figlio, Hassan, è stato ucciso dai suoi capi in quanto si è rifiutato di uccidere. Tutto ciò, lo sapranno attraverso il loro nipote Ismael, il quale, con incoscienza, aderì con Hassan a un gruppo terroristico. (cap 3)
Le tre donne, dopo aver condiviso il loro dolore, comprendono che la prima cosa da fare è quella di recuperare il loro legame con i loro mariti, scoprendo che ognuno di loro si allontanano dal posto di lavoro sempre lo stesso giorno della settimana. Ognuna di loro, pedinando il loro marito scopre che: Jacob, per entrare nel dolore del figlio e aiutarlo, fa volontariato presso una casa di accoglienza di ragazzi abusati (cap 7); Giuseppe, per capire il dolore di sua figlia e aiutarla, rimane a osservare dentro un ospedale, le ragazze che abortiscono (cap 8); Hibraim, per superare il dolore della morte di suo figlio, si reca nel museo a fissare un volto dipinto che lo riconduce a suo figlio (cap 9).
Le tre donne dopo aver raggiunto i loro rispettivi mariti, tornano a condividere il loro dolore con ognuno di loro in una forma nuova e spingono i loro mariti a incontrarsi con i loro figli. Nel frattempo Fatima viene a conoscenza che Ismael, il nipote che hanno cresciuto e che con Hassan aveva aderito al gruppo terroristico, si trova ora in Italia in prigione. Se Hibraim lo ritiene responsabile della morte di suo figlio e non vuole incontrarlo, Fatima, vede in questo fatto l’opportunità di sapere la verità e convince Hibraim ad andare a trovarlo in prigione (cap 13). Nello stesso giorno in cui Hibraim incontra Ismael, Jacob porta suo figlio in montagna (cap 15) e Giuseppe porta sua figlia al mare (cap 14). In questi capitoli, ho evidenziato sia il ruolo del padre nel contesto familiare dinanzi a problematiche difficili, e sia il ruolo che le loro mogli hanno avuto nel rimarcare ai loro mariti il ruolo di padri. Al temine di questi tre capitoli, c’è l’incontro e l’abbraccio dopo che ogni figlio avrà consegnato il proprio dolore al proprio padre e viceversa.
Superato questo scoglio, le tre donne iniziano a come palesare ai loro mariti la loro amicizia. Così, organizzano due incontri fra le tre famiglie che devono apparire agli occhi dei loro mariti del tutto casuali. Un primo incontro avviene in un supermercato (cap 11) e un secondo incontro al mare (cap 23). In questo capitolo tra Matilde e David nasce un sentimento molto forte che sfocerà nell’amore (cap 27). Questo amore, li porterà a superare il loro incidentato passato. Sempre in questo capitolo, i due ragazzi si conosceranno anche con Ismael, rimesso in libertà in quanto innocente e Clarissa, la sua fidanzata.
Nel cap 28, le tre donne, aiutate dai loro figli escono allo scoperto e palesano ai loro mariti che, nonostante le loro diversità di credo, vogliono restare amiche. Dinanzi a questa dichiarazione, i mariti reagiscono in malo modo; saranno i loro figli che li faranno prendere atto dell’assurdità delle loro posizioni. Quella stessa sera, mogli e mariti e subito dopo i loro figli, si ritroveranno sul pianerottolo di casa a condividere l’inizio della loro amicizia.
Il cap 29 si svolge nel giardino della parrocchia dove il parroco ha invitato le altre due comunità religiose con le loro guide, un rabbino e un imam, a raccontare l’esperienza di queste tre donne, le quali fidandosi di Dio, hanno scelto d’incontrarsi. Diventerà un momento di condivisione in cui le tre guide, ricordando anche le parole di papa Francesco, ribadiscono che camminare insieme e costruire un mondo pacifico, è possibile.
Il cap 30 chiude il racconto con l’immagine di Ruth, Emma e Fatima che, nel cuore della notte, si incamminano su un sentiero di montagna per arrivare sulla cima allo spuntare del sole per seminare, su un piccolo campo, dei ciclamini. Ogni cosa ha un senso: la notte rappresenta che proprio nelle notti oscure del loro dolore si sono incontrate e hanno camminato insieme. Il terreno che viene dissodato significa che, prima di seminare, occorre dissodare il terreno del proprio cuore da ogni forma di pregiudizio. Scavare la terra inserire i bulbi di ciclamino, significa che per accogliere il dolore dell’altro, del diverso, devi scavare dentro il proprio cuore in modo da fargli spazio e accoglierlo. L’acqua che queste donne verseranno sui bulbi seminati, rappresentano le lacrime che hanno versato. Il sole che sorgendo bacia il terreno seminato, rappresenta la vittoria della Luce sulle tenebre. Questa è la storia di tre donne di mezza età, in menopausa e un po’ in sovrappeso. Tre donne su cui nessuno avrebbe mai scommesso, ad eccezione di Dio che scruta i cuori e che fa delle pietre scartate, pietre angolari. Ognuna di loro, lasciandosi toccare da Dio, hanno poi realizzato opere che hanno toccato il cuore di Dio. Ed è a questo punto che Egli, ha operato attraverso queste tre donne, miracoli che solo Lui può compiere.