Don Salvino Cognetti: La semplicità del cuore e abbandonati all’amore di Dio.

Da alcune settimane è in onda su Padre Pio Tv la quinta stagione del programma Fatti per il Cielo, ideato e condotto da Don Francesco Cristofaro. Di puntata in puntata sono diversi i temi trattati e gli ospiti presenti in studio e in collegamento. Tema di questa settimana è la famiglia. Una puntata per dire grazie alle famiglie, ai percorsi di vita insieme, ai sacrifici, alla bellezza di essere focolare e chiesa domestica. Tra gli ospiti Don Salvino Cognetti, uno dei sacerdoti più amati della Diocesi di Catanzaro – Squillace nonché Vicario Generale, al fianco dell’Arcivescovo Claudio Maniago.

Don Francesco Cristofaro, che ringraziamo per averci regalato in anteprima una clip in cui si celebrano i 62 anni di matrimonio di Maria e Roberto, ci ha anche anticipato di trattarsi di una puntata davvero bella. «Noterete gli occhi lucidi dei nostri occhi per l’emozione i loro sorrisi degli ospiti che ci insegnano che, nonostante la loro vita non è esente da difficoltà, hanno trovato in Gesù forza è consolazione».

«Bisogna abbandonarsi all’amore di Dio – ha detto Don Salvino – ed è necessario esortare le famiglie secondo una triplice dimensione: una vita fondata sulla semplicità del cuore, sulla lode di Dio e sul perdono reciproco».

Tra gli altri ospiti, Domenico e Mariella del cammino neocatecumenale e sposi da 31 anni e Giorgio e Cristina che a Perugia aprono quotidianamente le porte di casa a coppie e famiglie bisognose di ascolto. Oggi sono padrini di battesimo di oltre 100 bambini.

Anche i telespettatori possono dare il loro contributo di settimana in settimana interagendo sui canali social Fatti per il Cielo e rispondendo ai sondaggi social di Fabio Ciciotti.

Appuntamento, allora, domenica 28 ottobre su Padre Pio Tv, canale 145, alle 8:40 e alle 15:25.

 

Il si alla chiamata di Dio: desiderio di santità

Ritiro Spirituale – Simeri 1 novembre 2022 – a cura di Don Francesco Cristofaro

PREGHIERA PER LA SANTITA’ DELLA VITA

Credo, Signore, ma fa’ che io creda con maggiore fermezza.
Spero, Signore, ma fa’ che io speri con maggiore fiducia.
Ti amo, Signore, ma fa’ che ami con più ardente affetto.
Mi pento dei miei peccati; ma fa’ che io senta il mio pentimento con perfetta contrizione. Dirigimi con la tua sapienza, consolami con la tua bontà, proteggimi con la tua potenza.

Siano tuoi i miei pensieri, tue le mie parole, secondo la tua legge le mie azioni, tue le mie sofferenze. Illumina il mio intelletto, infiamma la mia volontà, purifica il mio corpo, santifica l’anima mia.
Rendimi prudente nei consigli, coraggioso nei pericoli, paziente nelle avversità, umile nelle prosperità, assiduo nella preghiera, sobrio nel cibo, solerte nel lavoro, costante nei propositi. Fammi comprendere, o buon Dio, come è piccolo ciò che è terreno, come è grande ciò che è divino; quanto è breve ciò che è temporaneo, quanto è sicuro ciò che è eterno.
Che io mi prepari alla morte, tema il giudizio, eviti l’inferno, raggiunga il Paradiso.
 (Clemente XI)

LA SANTITA’ è un invito e una chiamata rivolta a tutti! Non basta però l’invito: vuoi diventare santi? Occorre una risposta. L’invito è del Signore: “Siate santi come io il Signore vostro Dio sono santo”, la risposta deve essere la nostra: si, Signore voglio diventare santo.

Le pagine della Sacra Scrittura ci insegnano una verità importante per il nostro cammino spirituale: l’opera di Dio si realizza, si compie e la salvezza si realizza se al si di Dio corrisponde il si dell’uomo.

Vediamo insieme alcuni SI e alcuni NO alla voce del Signore.

Il primo SI alla voce di Dio è quello dell’intera creazione.

TUTTO era informe. Dio parla e la sua Parola crea vita. Tenete a mente questa parola: LA PAROLA DI DIO CREA VITA

La Parola di Dio ha il potere di dare vita a tutto ciò che incontra: “Di che queste pietre diventano pane” (Mt 4,3). Se al Signore serve che quelle pietre diventino pane, la sua Parola dona vita e sapore a quelle pietre. Dalla roccia ha fatto sgorgare acqua; l’acqua si asciuga al suo comando, pochi pani diventano migliaia. Quando il si di Dio incontra qualcuno, qualcosa, nasce una nuova vita. Questo lo possiamo applicare anche alla nostra vita. Quando la sua Parola ci ha incontrati noi abbiamo iniziato una nuova vita: ricordate come è avvenuto questo incontro con il Signore? Non dimenticatelo mai. È stato il momento iniziale per voi, come l’inizio della vita per un bambino che nasce. Quel giorno, viene scritto nei registri. Nessuno lo dimentica. Io ricordo benissimo il giorno e l’anno in cui il Signore mi ha incontrato. Lo ha fatto con tenerezza: una melodia bellissima, angelica e la Madonnina che mi ha messo sotto il suo manto. Da quel giorno tutto è cambiato. Solo quando io ho abbandonato il manto della Madonna, ho sperimentato la morte. Ma lei, la Mamma bellissima, dolcissima e santa mi ha sempre sostenuto, protetto, amato, guidato.

Ricordatelo anche voi quel giorno, in cui Gesù vi ha mostrato la sua misericordia.

Il primo NO a Dio è quello del demonio – L’angelo della luce diventa l’angelo ribelle. E da questo no a Dio, il suo impegno è stato ed è solo uno: portare i figli di Dio nella sua rete di morte. È astuto, subdolo, falso, usa centinaia di maschere e si serve di tutto e di tutti.  A lui non importa se la mia vocazione sacerdotale, ad esempio, è vera o no, nasce da una situazione piuttosto che un’altra. Lui vuole solo che io non sia più prete. Se riesce nel suo obiettivo ha vinto. Non lasciate che il demonio vinca nella vostra vita! Ricordate sempre a chi avete detto si, a chi avete consegnato la vostra vita, qual è la missione che il Signore vi ha affidato e vi ha chiesto di portare avanti. Certamente non a lui.

Lungo tutta la storia della salvezza, tanti uomini e donne hanno risposto SI alla voce di Dio, nell’Antico come nel Nuovo Testamento e poi nella vita della Chiesa, fino ai giorni nostri: il si di Abramo, di Noè,  di Giacobbe, di Mosè, di Elia, Eliseo, di Ester, di Giovanni Battista, degli Apostoli, dei santi, il nostro si.

C’è un si, però che è diverso da tutti gli altri si: il si di Maria, la Vergine benedetta.

Il primo incontro di Maria con il Signore è stato nel momento dell’Annunciazione attraverso l’angelo Gabriele che le annuncia la divina maternità. In questo primo incontro, il suo primo si.

Ogni si detto ha Dio ha bisogno di una fede che si fa abbandono totale, fiducia completa. Le parole di Maria sono un modello: “Eccomi sono la serva del Signore. Avvenga di me secondo la tua Parola”. 

Vuoi diventare mio sacerdote? “Eccomi, Signore manda me”.

Vuoi essere mio missionario? “Eccomi, Signore manda me”.

vuoi ricordare a tutti la Parola del Vangelo? “Eccomi, Signore manda me.

Vuoi aiutare i piccoli, gli ultimi, i poveri, gli ammalati? “Eccomi, Signore manda me. Vuoi fare bella la mia Chiesa? “Eccomi, Signore manda me”.

  • Esempi di santità
  • Rispondere alla missione di Dio
  • perseverare

Uomini e donne di pace: da San Francesco a Papa Francesco

“Uomini e donne di Pace” è il filo conduttore della nuova puntata di “Fatti per il cielo” trasmissione condotta da don Francesco Cristofaro e in onda domenica 6 novembre alle 8:40 e 15:30 su Padre Pio Tv. Ch 145. Ne parleranno don Gianluca Coppola parroco della parrocchia Maria Immacolata di Portici (NA) e Claudio Venditti responsabile per la diocesi di Catanzaro-Squillace dell’Ufficio Giustizia, Pace e Salvaguardia del Creato.

Il Vangelo che sempre illumina ,“Beati gli operatori di Pace”, ci chiama ad essere personalmente e comunitariamente ogni giorno costruttori di pace, custodendola nel cuore e donandola. Seguendo le orme e la testimonianza da San Francesco d’Assisi a Papa Francesco, viene un deciso invito a non arrendersi alla logica della guerra e delle discordie. La guerra consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a un intollerabile crescendo di morti e devastazioni che sta rendendo il mondo più povero e insicuro. E allora occorre riprendere il dialogo perché le armi devono fermarsi. Questo è l’invito forte che ne scaturisce. Il “mai più la guerra, mai più la guerra” di San Giovanni Paolo II è tremendamente attuale! Una puntata che apre il cuore alla speranza.

(5) Uomini e donne di pace – Fatti per il Cielo – YouTube https://www.youtube.com/watch?v=Y96X70t_LeQ&t=731s

Qual è la parte migliore? Scegliere Gesù – Don Francesco Cristofaro – XVI Domenica per Anum

Qual è la parte migliore? Scegliere Gesù – Don Francesco Cristofaro – XVI Domenica per Anum

 

Quando ci troviamo dinanzi a questa pagina di vangelo è come se ci sentiamo autorizzati ad additare Marta come la sorella cattiva che non ha compreso ciò che realmente conta e Maria la sorella buona che ha scelto di stare ai piedi di Gesù e di ascoltarlo. Beh, niente di più sbagliato. Gesù in questo vangelo non fa questa classificazione o distinzione. Gesù vuole molto bene alle sorelle di Betania e a Lazzaro loro fratello. Gesù si serve di questo episodio per parlare a noi di qualcosa di molto più profondo e spirituale: il valore e l’importanza del silenzio, dell’ascolto, e della preghiera.

Marta è agitata, affannata da ciò che deve fare. Le cose fatte con l’ansia non sono buone. Creano malessere in noi stessi, delusione e incomprensione.

Marta è mossa da un cuore buono che vuole mostrare accoglienza e affetto verso il suo amico Gesù. Qual è la nota negativa? Non è un servizio libero. Lei cerca attenzione e riconoscenza. L’ansia fa avvertire il peso e la fatica. Lei si è stancata per l’agitazione e l’affanno che si sono “impossessati” di lei.

L’amore fa rima con silenzio. Le cose si fanno con amore e nel silenzio e quel silenzio ci apre ad un ascolto e così mentre si lavora in silenzio, si ascolta, si prega, si comprende.

Quante prove, fatiche, lotte affrontiamo durante i nostri giorni? Come si può resistere e vivere senza sopravvivere? Con la preghiera. Forse la nostra preghiera è distratta, meccanica, sostenuta da una fede debole e quasi spenta e per questo non riusciamo a comprendere la potenza della preghiera.

La nostra epoca purtroppo è un’epoca senza preghiera. Tutti sentono il bisogno di evadere, di scappare di riempire le ore e i giorni di cose da fare. Ma perché si scappa? Perché c’è un malessere interiore. C’è vuoto interiore allora dobbiamo riempirci di cose, di impegni di corse. Oggi si è staccati da Dio.

Il Vangelo di oggi ci ricorda questa verità. Ascoltiamo il Vangelo di questa domenica.

Dal Vangelo secondo Luca


In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Ma il Signore le rispose: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta”. Lc 10, 38-42

 

Oggi basterebbe portare la luce di Dio nelle case e non ci sarebbe più il bisogno di evadere, di scappare. Si starebbe bene insieme, in case povere ma piene di Dio. Oggi abbiamo case ricche ma vuote della grazia di Dio.

Marta vuole offrire un’ospitalità dignitosa. Maria è incantata da Gesù.

Una sola cosa è necessaria. Cosa vuole dire Gesù? Gesù condanna l’affanno. L’affanno vuol dire che non siamo pienamente appoggiati, abbandonati al Signore ma puntiamo sulle nostre capacità e sul nostro orgoglio. Ci vuole più fede.

Maria si è scelta la parte migliore. Allora dobbiamo sempre pregare? No Gesù non dice questo. Gesù vuole che tutto ciò che facciamo sia unito sempre al Signore.

Ricordate le parole di Gesù: “Io sono la Vite voi i tralci”. I tralci vivono se restano attaccati alla vite cosi anche noi restiamo in vita se restiamo attaccati a Cristo.

Il Vangelo di oggi ci invita a scegliere la parte migliore: fare con Cristo, costruire con Lui. Un uomo che prega e che crede è forte perché la sua forza è il Signore è la sua forza.  San Giovanni Bosco amava dire: “Quando sono con Dio siamo la maggioranza”. Giorgio La Pira sindaco di Firenze e santa persona, quando aveva una giornata intensa si lavoro diceva: “oggi abbiamo tanto da fare allora, raddoppiamo la preghiera”.

Come gli apostoli chiediamo a Gesù, con tutta l’umiltà: “Signore insegnaci a pregare”. Ma dobbiamo metterci in ascolto.

 

Vuoi sapere se ami davvero Dio ? – Don Francesco Cristofaro (Sul Vangelo della XV Domenica per Anum)

Vuoi sapere se ami davvero Dio ? – Don Francesco Cristofaro (Sul Vangelo della XV Domenica per Anum)

L’Apostolo Giovanni nella sua prima lettera cosi scrive ed esorta i credenti: Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.  E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello. (1 Gv 4,20-21).

Già questo versetto ci spiazza e ci mette dinanzi alla realtà:  il mio amore per il Signore è reale se è reale e concreto il mio amore per i fratelli. È facile amare un Dio invisibile, un crocifisso che non parla e magari credo di rendere felice per il lumino che accendo con la monete che lascio cadere nel candeliere. Il fratello che mi sta dinanzi ha voce, carne, ossa e anche lingua. Il fratello chiede, esige, ti giudica. Il fratello sa essere cattivo.

Ma come deve essere questo amore per il Signore? Ci viene in aiuto ancora la Parola di Dio. Il primo comandamento così dice: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.  Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. (Mt 22,37-38). Purtroppo questo comandamento dice a noi credenti una triste verità: siamo bugiardi. Siamo fortemente bugiardi. Se amassimo veramente Dio, se osservassimo veramente questo comandamenti, il mondo sarebbe un giardino di colori e di fiori, di amore e fratellanza. Come è possibile che i fratelli si uccidano tra di loro? Come è possibile la follia della guerra e tanti uomini di Stato niente riescono a fare per fermarla. Quando si ama non si distrugge ma si protegge, si cura. Dio ci chiede di essere amato e noi lo rinneghiamo. Quando una persona ama Dio glielo si legge negli occhi, nell’espressione, nei gesti e nella stessa vita.

Quando posso dire di amare veramente Dio? Quando riesco ad amare il prossimo.

Ma chi è il nostro prossimo? Noi sappiamo chi è nostro padre, nostra madre, i nostri fratelli o amici ma non sappiamo riconoscere il prossimo. Ecco che Gesù racconta la Parabola del Buon Samaritano. Ne vale la pena leggerla insieme.

Vangelo della Domenica

Lc 10, 25-37
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Gesù gli disse: “Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?”. Costui rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso”. Gli disse: “Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai”.
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”. Quello rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “Va’ e anche tu fa’ così”.

 

Ci sembra strano come la parabola faccia riferimento al negativo di due categorie religiose che in realtà dovrebbero dare l’esempio in quanto ad amore e a servizio. Eppure, ci dice il racconto che lasciano l’uomo mezzo morto a terra e tirano dritto. Cosa ci insegna questo? Non è tutto automatico. Mi spiego meglio. Non perché io sia un prete vuol dire che sono un bravo prete. Non perché tu sia cristiano e ti professi credente, vuol dire che ti ritieni buon cristiano e bravo credente. Non sono le norme imparate a memoria o gli inchini fatti che ti rendono spiritualmente bravo ma le opere concrete. Se dici di amare con la bocca e poi odi con il cuore hai fallito. Se sull’altare ricevi il Corpo di Cristo e poi lo calpesti perché sei cattivo, disonesto hai fallito.

Il samaritano è considerato un nemico della religione. Eppure il suo cuore è più grande di molti religiosi. Non predica amore ma ama. Non ostenta preghiere ma si inginocchia sul fratello sofferente e prega su di lui servendolo e salvandolo.

Oggi mi chiedo allora: quanto amo davvero Dio?

Don Francesco Cristofaro

 

 

Preghiera:

Signore mi chiedo spesso se ti amo e come ti amo.

Oggi ho incontrato tante persone.

Non sono riuscito a fare tante cose per loro.

Alcune le ho ascoltate, ad altre ho dato un sorriso.

A qualcuno ho chiesto “come stai?”.

Per tutti ho desiderato la pace, il bene, l’amore.

Di tutti loro ti parlo e ti chiedo preghiera di ascolto.

Tu oggi mi hai visitato in loro.

Ti ho amato? Non lo so.

 

(di Don Francesco Cristofaro)

Prossimi Appuntamenti con Don Francesco Cristofaro

Prossimi Appuntamenti con Don Francesco Cristofaro

 

Da poco più di un mese è uscito nelle librerie il nuovo lavoro editoriale di Don Francesco Cristofaro dal titolo Lo sguardo di Gesù. Pagine di Misericordia (Tau editrice) con la prefazione del Card. Angelo Comastri.

Alla seconda ristampa e con numerose presentazioni in giro per l’Italia già svolte e tante in programma,

22 giugno ore 18;30 . CATANZARO  . Chiesa San Giovanni Battista

30 Giugno – ore 19 – Bisceglie – Chiostro Museo Don Uva

per ospitare una data della presentazione nella tua parrocchia o città scrivi a info@donfrancescocristofaro.it

 

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(Tutti gli altri social non sono creati e autorizzati da Don Francesco Cristofaro)

Quinta Domenica di Quaresima – Un cuore misericordioso

Quinta Domenica di Quaresima – Verso la meta.

 

“corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù” (Fil 3,8-14).

San Paolo ci dice e ci ricorda l’importanza di correre verso la meta, verso Gesù.

Quante volte noi corriamo incontro ad alcune cose che desideriamo con forza? Ci mettiamo impegno, amore, energia fino a riuscire ad ottenere la meta desiderata.

Quanto, invece, realmente corriamo verso il Signore?

Come si corre verso il Paradiso?

In due frasi di San Paolo c’è il segreto.

La prima: “Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla”. Si “corre” con questa consapevolezza: non siamo perfetti. Non siamo senza peccati. In quel “mi sforzo” c’è tutto un programma.

E’ un cammino che non si può fare da soli. Noi mettiamo i piedi ma il Signore ci deve dare le scarpe. Noi ci mettiamo le gambe ma il Signore ci deve dare il suo bastone. Noi ci mettiamo il cuore ma il Signore ci deve benedire, sostenere, aiutare.

La seconda frase di San Paolo: “anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù”.

Da chi siamo stati conquistati? Chi ha conquistato il nostro cuore?

Da quante cose esso è occupato?

Nel Vangelo di Oggi presentano una donna peccatrice. In questi versetti ci sono tre cuori diversi.

Ecco il brano di questa Quinta domenica.

 

In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più». (Gv 8,1-11).

 

C’è il cuore degli scribi e dei farisei, un cuore cattivo. Non conosce il sentimento della misericordia. Il peccatore deve morire:

non ricordano il Salmo: “non sarà condannato chi in Lui si rifugia” (Sal 33).

La donna ha peccato. Per loro deve morire.

C’è poi il cuore di questa donna. E’ un cuore pieno di peccati, talmente pesante che a stento riesce a portarlo nel suo corpo che non conserva più la purezza. Lei sa di essere in torto e di aver peccato. È’ un cuore che piange, che sangue. E’ un cuore che grida pietà:

Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato (Sal 50).

Poi c’è il cuore di Gesù, ricco di Misericordia. L’unico che può condannare sceglie la via del perdono. Lui non sceglie la strada della morte, ma della vita. Visita il cuore è lo cura, lo salva, lo lava.

Scegliamo di seguire la via di Gesù. Scegliamo la misericordia. Non puntiamo il dito ma apriamo le braccia. Il nostro amore curi le ferite dei fratelli che sono caduti. Non come coloro che non cadono mai ma come coloro che sono stati rialzati dalla misericordia del Signore.

Gesù confido in Te

Don Francesco Cristofaro